Curiosare in rete
Prima del web, la parola inglese browsing con cui indichiamo la navigazione in rete, letteralmente significava “curiosare”, ed era usata come modo educato per dire ad un commesso di togliersi dai piedi.
“May I help you?” – “I’m just browsing”. “Sto solo dando un’occhiata” diciamo con un sorrisetto.
Con queste parole mettiamo in chiaro che non abbiamo nessun impegno e con quel sorriso, che non abbiamo nessuna voglia che qualcuno ci tolga il sacrosanto diritto di… curiosare.
Curiosare è qualcosa di diverso che guardare le vetrine cercando di immaginare come ci sentiremmo se possedessimo quella tal cosa.
Curiosare significa ignorare di proposito l’organizzazione che il negozio ha attentamente dato alla propria merce.
Infatti può voler dire che non abbiamo idea di cosa cercare quindi come può il negoziante prevedere cosa stiamo cercando e strutturare il suo negozio di conseguenza?
L’ordine di un negozio funziona bene se entriamo sapendo cosa vogliamo: per trovare un libro andiamo ad esempio allo scaffale della narrativa, troviamo la sezione “A” collocata all’inizio dell’ordine alfabetico per autore, e reperiamo la copia di “Orgoglio e Pregiudizio” per la nostra fidanzata.
Ma scoprire cosa vogliamo è almeno altrettanto importante che trovare ciò che sappiamo già volere.
La disposizione dei libri in una libreria è pensata per chi ne cerca uno in particolare, una disposizione efficace per i clienti che curiosano contemplerebbe talmente tante possibilità da risultare impraticabile.
D’altra parte, non usare gli scaffali per ordinare i libri e ammucchiarli in una pila alta quanto la libreria stessa, renderebbe il curiosare un’attività improbabile.
Nel mondo in cui viviamo siamo costretti dai limiti fisici, ma in quello digitale no.
Che bello sarebbe se esistesse un sistema per organizzare la merce nei negozi in modo da catturare ogni possibile interesse!
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